II Mediterranean Experiences Festival

IX International Journalism & Arts Award “Gino Votano”

(Reggio Calabria, 20-22 maggio 2011)

2011

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Concorso

L’associazione culturale Teatro del Mediterraneo onlus organizza per il nono anno consecutivo il premio internazionale festival).


Quest’anno ci sono tre sezioni specifiche di selezione al concorso e altre che permettono di premiare artisti, tecnici, giornalisti e autori in modo trasversale. La giuria è mista composta da giornalisti, dagli organizzatori e dai ragazzi che partecipano al festival.


La sessione Emozioni : Felicità
La sessione Emozioni per opere, documentari, cortometraggi o filmati, che parlino del modo di trasmettere e vivere la propria interiorità apprezzando il mondo degli altri.

La sessione Sensi : Ferite
La sessione Sensi per opere, documentari, cortometraggi o filmati, che parlino di ferite profonde che la Storia lascia sui Popoli nel Quotidiano, soprattutto su chi è indifeso.

La sessione Giochi : Noia e Seduzione
La sessione Giochi per opere, documentari, cortometraggi o filmati, che parlino delle strategie di dialogo, messe in atto tutti i giorni per avvicinarci agli Altri o per superare le barriere individuali.

Premi speciali possono essere assegnati anche ad opere delle sezioni collaterali o fuori concorso.

 

OPERE SELEZIONATE

I sessione Emozioni : Felicità
 

Il pianeta perfetto, di Astutillo Smeriglia, Italia, 2010, 8’
Esiste un pianeta dove tutto va per il meglio: non ci sono delitti né ladri, non ci sono guerre né malattie. Un pianeta quasi perfetto, almeno per lo spettatore, perché abitato, kafkianamente, solo da gentilissimi scarafaggi. Basta non abbellire un brano musicale mentre lo si esegue per finire in tribunale e capire qual è la vera condanna, tutta umana. Un film di animazione di Astutillo Smeriglia, autoprodotto, che conferma un talento: saper creare mondi che raccontano, tra risate surreali, del nostro.
 

A Felicidade (Happiness), di Jorge Silva Melo, Portogallo 2008, 8’
Cos’è la felicità? Forse correre superando ogni ostacolo verso l’oceano, o forse la felicità è adesso, come si legge su un cartellone pubblicitario. Padre e figlio sono in auto verso una meta sconosciuta, e il breve viaggio sarà l’occasione per chiedersi dove stia la felicità. Il finale è di quelli che tolgono il fiato.
 

Mirabilie, di Francesco Votano, Italia, 2011, 26’30"
Umano troppo umano, il teatro in strada a Fossano, al festival "Mirabilia". Un mondo surreale fatto di acrobazie e lacrime dipinte su volti da clown. Musica celtica e bande di ottoni, in una calda atmosfera, fatta di gag, salti mortali, improvvisazioni, non sense e piece teatrali..
 

Come a Cassano, di Pippo Mezzapesa, Italia, 2006, 14’
Bari Vecchia. Un ragazzino di dodici anni si dirige verso il campo per una nuova importante partita. Ha la passione per il calcio giocato tra viottoli assolati e campetti polverosi. Si chiama Antonio Cassano.
 

Ritratto di un private banker, di Ricky Farina, Italia, 2009, 10’
Un uomo al mare racconta la sua vita, il suo lavoro, i suoi amori: tutti vissuti nella tradizione berlusconiana. Un versante della medaglia poco presente al cinema, ripreso in diretta da Ricky Farina. L’uomo adagiato tra gli arredi dei bagni Twiga di Forte dei Marmi parla e lo spettatore incontra uno spicchio della soddisfatta ambiguità morale dominante.

Alice et moi, di Micha Wald, Belgio, 2004, 19’
Simon deve accompagnare al mare l’anziana zia Mala e le sue due amiche Lydia e Colette. Durante il viaggio in macchina riceve una telefonata da Alice, la sua ragazza, colloquio che si trasforma in una discussione spiacevole. Da buone vecchie zie ebraiche, le tre donne iniziano ad interferire e il viaggio si trasforma in una piccola odissea tragicomica.


Don’t Worry, di Giacomo Agnetti, Italia, 2009, 7’
Uno speaker ci accompagna serenamente nel suo ragionamento che passo dopo passo vede l’umanità finire nel cestino del software divino. Un allegra dimostrazione, con tono da mockumentary, di quanto l’uomo si sia impegnato per crearsi e creare problemi. Un film, tra animazione e grafica, che sembra arrivare da un osservatore di un altro pianeta, mentre è del nostro, con qualche disincanto in meno.
 

La via dell'Armonia, di Fabrizio Di Giammarino, Italia, 2010, 4'
Grande gestualità alla ricerca della via dell'armonia attraverso una profonda concentrazione zen.
 

Il Labirinto di Porsenna, di Francesco Votano, Italia, 2011, 20'
Grande gestualità alla ricerca della via dell'armonia attraverso una profonda concentrazione zen.

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II sessione Sensi : Ferite

L’art délicat de la matraque, di Jean-Gabriel Périot, Francia, 2009, 3’
Sulle potenti note di This is not a love song, scorrono sullo schermo immagini di repertorio di pestaggi della polizia sui civili. Il regista Jean Gabriel Périot prosegue nel suo personale percorso di recupero della memoria e di lettura della storia e della violenza attraverso il montaggio di materiali d’archivio. Questo film fa parte di un’opera collettiva, Outrage & Rebellion, nata in seguito a un’aggressione della polizia a Montreuil il 9 luglio 2009.
 

Regila (On Leave), di Asaf Saban, Israele, 2009, 15’
Questa non è la storia di un male specifico che attanaglia un personaggio preciso, un soldato israeliano in licenza. È la storia di un male oscuro che è incurabile: la guerra. Ora, il nostro è giovane, e agisce di impulso. La famiglia cerca di interpretarne gli strani comportamenti, dettati quasi da una fame inspiegabile. Di libertà, di novità, di sesso. E invece, il male si aggira. Film di diploma di un giovane talento del cinema israeliano, una storia dura come un sasso che non si riesce a mandare giù. Per fortuna.  
 

Stato privato, di Luigi Marmo, Italia, 2009, 14’
Un uomo viene licenziato, un altro scompare, si prepara una bomba molotov e un video del presidente Calamandrei ricorda un articolo della Costituzione: lo Stato dovrebbe togliere gli impedimenti allo sviluppo di ciascuno. Il film di Luigi Marmo usa una narrativa spezzata e claustrofobica per mettere in scena un attentato simbolico all’Italia e al suo divenire. Lo fa riuscendo a dare corpo ai versi che appaiono sullo schermo: Troppo comoda e composta è la mia generazione / poveri noi in solitudine non si fa la rivoluzione.
 

Afvist (Denied), di Aage Rais-Nordentoft, Danimarca, 2009, 16’
Maggio 2009, Danimarca: un gruppo di Iracheni richiedenti asilo si rifugia in una chiesa per evitare l’espulsione dal paese. Molti di loro vivono a Copenaghen da anni, hanno una famiglia, figli nati in Danimarca. Il 13 agosto 2009 il governo decide di usare la forza: interviene la polizia, che sgombera la chiesa e carica i manifestanti pacifici radunati all’esterno. Questo è il racconto di quello che è successo, quasi interamente autofinanziato dal regista
 

Giuditta Levato di Mimmo Raffa, Italia, 27'
Mille storie, una donna, storia di una consigliera di parità. Testimonianze di una donna antimafia.
 

Big Mouth, di Henry Darke, Gran Bretagna, 2010, 14’
Bud ha 19 anni ed è sordomuto. Anche a causa della sua ostinazione, non ha un buon rapporto con la sua famiglia. Il suo migliore amico - anche lui incapace a udire e parlare - sta per lasciare la città, e Bud dovrà imparare a fare a meno del suo supporto. Tra Meadows e Loach, il giovane Henry Drake pianta le basi nella tradizione del cinema sociale british, rivelando grande freschezza e talento. I due protagonisti, veri sordomuti, fanno il resto. Sceneggiato con Harry Wootliff, autrice di Trip, in concorso al MFF nel 2008.
 

Kosovo, di chi ? di, Tonia Cartolano, Sky Tg 24, Italia, 2011, 8'30"
Un reportage giornalistico sul Kosovo, che dopo la disastrosa guerra dei Balcani cerca una strada per la sua indipendenza.
 

The End of the Line, di Rupert Murray, Gran Bretagna
Ovvero il capolinea, il punto di non ritorno, fissato per il 2048. Mancano meno di quarant'anni. È questa la data entro la quale, secondo alcuni scienziati, non ci saranno più pesci negli oceani se l'uomo continuerà a pescarli in modo sconsiderato. Il film prodotto con il supporto del WWF, presentato in anteprima mondiale nel 2009 al Sundance Film Festival racconta una di quelle scomode verità sull'ambiente che troppo spesso l'umanità sceglie di ignorare.

L'Altra Rivoluzione, di Raffaele Brunetti e Piergiorgio Curzi, Italia, 52'
A Capri Gorkji inventò la prima scuola rivoluzionaria della Storia, e in questa villa sul Mediterraneo, c'é anche un giovanissimo Lenin.
 
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III sessione : Giochi : Noia e Seduzione

Une leçon particulière, di Raphaël Chevènement, Francia, 2007, 10’
Cyril ha 16 anni, la sua insegnante, Eva, 27. Un pomeriggio come un altro, in casa di lui; una lezione privata di letteratura francese, proprio come tante. O forse no, perché questa volta l’oggetto della spiegazione è un poema d’amore di Victor Hugo. Un poema che racconta i giochi di seduzione tra uomini e donne appartenenti a un tempo lontano dal nostro, in cui gesti e parole avevano un significato diverso. O forse no. Tra Truffaut e Rohmer, la lezione privata si carica di erotismo sotterraneo e di teneri doppi sensi.
 

Diesis 3, di Franke Frigo, Italia, 2009, 12’
Una notte in macchina, tra radiotrasmittenti e parole d’ordine, per giocare a un disumano tiro al bersaglio. Terzo capitolo di una trilogia sulle “brevi dalla società liquida”, il film diventa una metafora agghiacciante di certi atteggiamenti italiani. Estremo nella regia, tra ralenti e piani cortissimi, paradossale nella storia: un cortometraggio che ha il potere di evocare l’orrore contemporaneo, senza freni.

Milos Tomic Kao Vo…, di Milos Tomic, Serbia, 2003, 2’
Un ragazzo in abiti civili si trasforma in un tipico soldato con baffi e testa rasata.

Anna, di Ruben Pest, Paesi Bassi, 2009, 5’
Le ragazze, si sa, maturano prima dei ragazzi. Capiscono prima le cose dell’amore, colgono sguardi e pensieri, sono capaci di manipolarli e di controllarli. Soprattutto, capiscono quando un ragazzo si avvicina e vorrebbe dire e fare, ma è attanagliato dalla timidezza. Come in questo corto: un giro sulla ruota panoramica, di quattro minuti, racchiude una dichiarazione d amore che rimarrà silenziosa.
 

Walrus, di Christophe Reiner, Austria, 2009, 5’
Scena fissa, un gruppo di amici è seduto a un tavolo sul fondo, non sentiamo cosa si dicono. Seguiamo la storia di amore di uno di loro, tutto attraverso una telefonata, con risvolti imprevedibili. Da un regista che ama giocare con il cinema e spiazzare lo spettatore. E come non pensare al Lennon di I am the Warlus - Io sono un tricheco - concepita dall’autore come ossessivo nonsense in risposta a chi cercava a tutti i costi significati reconditi nei suoi brani...
 

Galetten, di John Hellberg, Svezia, 2008, 22’
Per scandagliare i comportamenti umani, gli autori scandinavi spesso inseriscono i loro personaggi in situazioni al limite del sopportabile, scatenando reazioni imprevedibili (vedi Dogma). Come ci comporteremmo se un nostro amico carissimo ci chiedesse di fidarci totalmente di lui? A tutti sarà capitato, quel imbarazzo difficile da accettare, complicato da gestire. Simon chiede ai suoi due migliori amici di prendersi un giorno di ferie per fare qualcosa di davvero speciale. Controvoglia, accetteranno. Nell’imbarazzo della situazione, quale sarà la loro reazione? 
 

Please Say Something, di David OReilly, Irlanda, 2009, 10’
Lui è un topo, lei una gatta: la coppia classica del cinema d animazione ritorna in un mondo in 3D scarnificato ed essenziale, perfetto per travolgere le emozioni. Dopo anni di combattimenti provano ad amarsi, ma non è una vita facile quando il topo è un romanziere in crisi e lei è timida. Un piccolo capolavoro, scandito in rapidissimi episodi tra risate e isteria, per una nuova frontiera dell’animazione.
 
 
Dokumenta 1 : Il contributo dell’industria all’Unità di Italia
Documentari degli anni Trenta e Cinquanta sul lavoro nelle aziende del triangolo industriale
“La Sutter negli anni Trenta”, (Italia, 50’)
“Io sono l’acciaio”, (Italia, 5’29”)  
“In viaggio con l'acciaio”, (Italia, 10’)
“Gli orafi valenzani” (Italia, 11'), di Adolfo Pizzi


Dokumenta 2 : Fiori, volti, canti e parole del Sud"
 

La nostra storia, Nicola Zitara, un meridionalista scomodo, di Francesco Votano, Italia, 2011, 13’ 50"
Da un'intervista di Francesco Votano nel 2007 a Nicola Zitara, meridionalista scomodo, anarchico e socialista, emerge uno spaccato della storia della Calabria, da Zanotti Bianco alla Repubblica Rossa di Caulonia, dalla forma partito nel dopoguerra al rapporto tra Sud e Stato.
 

La nostra storia, Il Padronato e i Ragazzi di Locri, di Francesco Votano, Italia, 2011, 5’10"
Da una discussione con Nicola Zitara e la moglie Antonia Capria emerge l'idea del Padronato e il senso della rivolta dei Ragazzi di Locri, dopo l'omicidio Fortugno.

“Hjuri e Rispetti nel mondo dei Cuntruvadori”, con Francesco Macrì e Pino Piromalli, Italia, 45'
Un progetto filologico e spettacolare di riconquista melodica e linguistica dei suoni e dei saperi della corte mediterranea di Federico II, dallo zejel arabo all'endecasillabo italiano

Volti di Gallico, Italia, 2011
La Memoria impressa nel volto e nelle voci di uomini e donne di Gallico. L'idea di un mondo che trasmette tradizioni e linguaggi, nell'era postanalogica.
 
Focus 1 : Africa Coast to Coast : dalla Nigeria di Ben Oduwole e dalle donne di Capo Verde al Magadascar

"Tourism, Nigeria's unexploited gold mine"
Regia Dolly Esindu
durata: 60 minuti


"J.J. cerca casa"
Regia: Ben Oduwole
durata: 18'
Puntata Pilota di una sitcom
Lingua: italiano
Girato a Roma racconta la storia di un ragazzo nigeriano che affitta non senza difficoltà un appartamento a Roma, e che a causa del canone troppo alto è costretto a dividerlo con un gruppo di suoi amici.

"An african wedding in Rome"
Regia: Ben Oduwole
durata: 60 minuti
Lingua: inglese con sottotitoli in italiano
Girato a Roma racconta la storia di Oliver e Rose, due giovani africani preparano il loro matrimonio tradizionale a Roma. Però la sera della festa dia addio al celibato, organizzata da amici di Oliver, Rose scopre una cosa che la fa molto arrabbiare...e decide di disertare la cerimonia....
 

"Mariscica fu la prima" (Donne migranti Capo Verde)
Regia di Annamaria Gallone Durata: 1 ora 22’’
Sono tutte donne e son protagoniste di un fenomeno molto particolare: una migrazione al femminile in un’Italia che negli anni ’80 conosceva solamente la realtà dell’emigrazione. Sono donne che hanno lavorato duro, che hanno cambiato il proprio destino e che ora, tornate nelle isole d’origine, ci raccontano la storia della loro vita profondamente umana.
 

"Madagascar, l' ile au bout du Monde"
durata 52'
regia: Vincent Verra


Focus 2: A Est
“Verso Est”, con Tgr Friuli Venezia Giulia
Filmati su come è cambiata la percezione sociale e artistica nei paesi dell’est Europa

Forum 1 : Profumo di ciclamini
 

"Profumo di Ciclamini" di Francesco Votano, Italia, 2011, 12'00"
Gli intellettuali del Mediterraneo, testimoniano le svolte nei paesi del Nord Africa dal 2009 al 2011. da Tahar Ben Jelloun, il massimo intellettuale del Mediterraneo, scrittore marocchino a Farid Adly, giornalista libico.
 

"Le verità di Wikileaks" di Francesco Votano, Italia, 2011, 7'10"
Kristinn Hrafnsson, portavoce di Wikileaks, parla della rivolta dei Ciclamini in Tunisia, dell'influenza di Wikileaks e delle sue rivelazioni, dei risvolti in India, ma anche del ruolo dell'Informazione e dei Grandi Poteri del Villaggio Globale.

“Profumo di ciclamini”, con Nabila Zayati, Ansamed, Farid Adly, giornalista libico, Mimmo Candito, Reporters Sans frontier, Marco Clementi,Tg 1, Carlo Parisi, Fnsi, Tonia Cartolano, Sky Tg 24, Sakhno Navarro, Ansa Malta, Francesco Votano, Tg 1


"Con i ribelli di Bengasi : sotto attacco" di Marco Clementi, Rai, Tg 1, Italia, 3'00"
Inviato del Tg 1 a Bengasi, Marco Clementi racconta con parole e immagini la sua esperienza tra i ribelli anti Gheddafi.


Labo:
 “La biosfera mediterranea”, con fondazione Feltrinelli, Università per stranieri “Dante Alighieri”
“la comunicazione audiovisiva a Malta” con Sakhno Navarro, giornalista maltese, Università di Malta

“Teatro e periferie : il caso Librino” con Orazio Condorelli
 
Fluxus :
Trio Felice Zaccheo, fado
 
Incontri
Giornalisti, studenti e pubblico potranno dialogare e intervistare previa prenotazione autori e convegnisti
 
De Gustibus
I cibi del Mediterraneo
 
Orizzonti : Tracce
"Jazz Voices" di Massimo Volponi
"San Giorgio Morgeto : il legno e il vetro" di Michele De Maria


Cassettone con specchiera
Mobile classico in stile neorinascimentale, realizzato in noce nazionale.
L'esecuzione è stata realizzata con tecniche di ebanisteria, impreziosite con una verniciatura in gomma lacca e lucidatura con cera vergine d'api.
Lo specchio sovrastante riprende alcuni motivi tipici dello stile neorinascimentale. Vi troviamo infatti delle lesene laterali con capitello intagliato che incorniciano lo specchio, così come la dentellatura sottostante la cornice di chiusura.

I comodini
I Comodini sono realizzati nello stesso stile e con lo stesso legno del cassettone, rappresentano il suo completamento, si notino infatti le stesse modanature riprese nella cornice sottopiano ed in quella di base.

La vetrina
La vetrina è in stile neoclassico, realizzata in legno di ciliegio americano, il colore è bruno rossastro e riprende nella struttura gli stessi motivi decorativi utilizzati nella specchiera del cassettone.


De gustibus
"Il Vino segreto" (Italia, 4')

Un documentario breve e divertente, ma intenso sul vino di Canelli, una magia che dalle cantine sale fino al palato dei popoli di tutto il mondo. Un modo per fare poesia con il filmato industriale

 

 

 

Giudizi

 

I film selezionati in concorso, a meno di eccezioni dell'ultima ora, sono in tutto 22. L'intera lista dei film selezionati si può leggere nel link programma. La giuria ha dato un voto da 0 a 10 con un giudizio motivato sulla storia, la fotografia, il montaggio e l'eventuale interpretazione. Tutti i giurati hanno votato alla email : radiocampus@libero.it.

1. Milos Tomic Kao Vo…, di Milos Tomic, Serbia, 2003, 2’

Un ragazzo in abiti civili si trasforma in un tipico soldato con baffi e testa rasata.

totale : 41,0 (6)

 

Pietro Furfaro, voto 6
Il cortometraggio intitolato "Milos Tomic Kao Vo…, " rispecchia,grosso modo, la vita militare. Infatti ,come ci mostra Milos Tomic nel suo corto, i soldati spesso vengono costretti a cambiare le proprie abitudini di vita, che in questo caso vengono identificati come il tenere i capelli e la barba in un certo modo. Sceneggiatura e montaggio molto semplici.Gli effetti sonori a mio parere poco si addicono al vero significato del cortometraggio.

Marco Papandrea, voto : 7
Sceneggiatura molto semplice, con un sottofondo di rumori tratti dalla vita quotidiana. Sempre voler indicare come è facile la trasformazione da semplice ragazzo a soldato; ma i rumori di sottofondo ed i flash di immagini che ogni tanto appaiono richiamano una quotidianità ed una normalità di vita che si sta per abbandonare in vista di un futuro incerto.

Francesco Macrì, voto : 7,5
La trasformazione di un giovane civile in un soldato non avrebbe nulla di speciale se non fosse per il modo in cui avviene. Lì sta tutta l’originalità di questo corto reso interessante più che dalla storia, dall’idea da cui è nato il canto degli uccelli che accompagna la trasformazione viene sovrastato dalle note di una marcia militare, quasi ad indicare che il ragazzo si è trasformato in soldato.

Luca Antico, voto : 6,5
Il corto é montato in modo efficace, infatti anche se breve riesce a spiegare bene il suo significato. Dai suoni si intuisce all'inizio un clima molto tranquillo che subito dopo cambia. Il ragazzo comincia a perdere la sua personalità per vestire i panni del soldato. Si vedono anche dei flash in cui compare una donna, Lo leggo come l'abbandono della famiglia, della moglie e degli affetti, per andare a combattere per la sua patria.

Lucia Iannò, voto: 5
Montaggio di effetto,anche se visibili gli effetti fatti grazie all'uso del pc. Sceneggiatura scarsa,e di contenuto sterile. Un ragazzo di buon mattino decide che da ragazzo per bene da cui discendeva si doveva trasformare in un soldato,presumibilmente per salvare la patria,così abbandonando gli affetti cari.

Paola Romeo, voto : 9
Breve. Efficace. Geniale. Laborioso. Uno dei pochi film in cui i titoli di coda sono molto piacevoli.

 

2. A Felicidade (Happiness), di Jorge Silva Melo, Portogallo 2008, 8’

Cos’è la felicità? Forse correre superando ogni ostacolo verso l’oceano, o forse la felicità è adesso, come si legge su un cartellone pubblicitario. Padre e figlio sono in auto verso una meta sconosciuta, e il breve viaggio sarà l’occasione per chiedersi dove stia la felicità. Il finale è di quelli che tolgono il fiato.

totale : 45,0 (6)


Luca Antico, voto : 7
La sceneggiatura é incentrata sul rapporto padre e figlio durante il tragitto verso l'ospedale, durante il viaggio un ragazzo che corre spensierato per il lungomare. Purtroppo il viaggio finisce con la morte del padre. Forse la riposta alla domanda cos'é la felicita può essere, come cita Oscar Wilde, "La felicità non é avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha". Insomma ci dobbiamo accontentare e godere di quello che la vita ci dona, e anche godersi il rapporto con i propri genitori.

Mario Papandrea, voto : 7,5
Buona, seppur semplice la sceneggiatura, il cortometraggio con le musiche di sottofondo crea un atmosfera particolare che ti permette di immedesimarti nella scena.

Pietro Furfaro, voto : 8
Inizialmente risulta difficile carpire il vero significato del corto "A Felicidade", poiché sia la lingua sia il senso delle immagini non danno una precisa comprensione della storia.Stando attenti ad osservare i minimi particolari del video si può scoprire la bellezza dell'opera di Jorge Silva Melo, bisogna vivere tutti i momenti al massimo delle nostre forze come fossero gli ultimi. Il montaggio e le musiche risultano , a mio parere, attinente al significato del cortometraggio.

Francesco Macrì, voto 7
Un breve viaggio di un padre e un figlio incorniciato in immagini che vanno oltre i protagonisti può far chieder dove possa essere la felicità. Nell'immensità dell'oceano, nella corsa felice di un giovane, nella musica classica. Il cortometraggio presenta una interessante sceneggiatura, bello l'alternarsi di inquadrature, ora rivolte verso il padre e il figlio in dialogo mentre viaggiano in automobile, ora a riprendere degli esterni in una luminosa giornata portoghese. Il tono a tratti sommesso del dialogo dei protagonisti viene rinvigorito da una colonna sonora allegra e delicata allo stesso tempo. Il montaggio riesce ad essere dinamico, discreta la fotografia, molto intensa l'interpretazione del padre.

Lucia Iannò, voto: 7,5
Montaggio e sceneggiatura di impatto! In un ambiente familiare,papà e figlio si trovano a parlare della felicità! Percorrendo le strade scambiandosi opinioni,parlano di quel sentimento nascosto che soltanto l'inconscio umano sà! Film molto semplice,sembra banale ma è davvero emozionante se scrutato nei minimi particolari.

Paola Romeo, voto : 8
Bella la sceneggiatura. Ricorda le isole greche. E’ fresco, quasi estivo. Bella la musica. Tanta saudade. I ruoli si sono capovolti: il padre sognatore e il figlio disilluso, annoiato, stanco. Finale scontato?
 

3. Afvist (Denied), di Aage Rais-Nordentoft, Danimarca, 2009, 16’

Maggio 2009, Danimarca: un gruppo di Iracheni richiedenti asilo si rifugia in una chiesa per evitare l’espulsione dal paese. Molti di loro vivono a Copenaghen da anni, hanno una famiglia, figli nati in Danimarca. Il 13 agosto 2009 il governo decide di usare la forza: interviene la polizia, che sgombera la chiesa e carica i manifestanti pacifici radunati all’esterno. Questo è il racconto di quello che è successo, quasi interamente autofinanziato dal regista.

totale : 43,0 (6)

Luca Antico, voto : 6,5
Il corto “Afvist” é un documentario sociale che racconta il problema di persone che sono costrette a vivere come rifugiati pur essendo cittadini di quel paese. Gente che alla fine trova asilo in una chiesa e li si vedono scene di vita quotidiana interrotte dall'irruzione della polizia. Seguono scene di rastrellamenti  e pestaggi. Le scene sono girate talmente bene da farci immedesimare profondamente nei problemi del protagonista, il rifugiato.


Francesco Macrì, voto : 8,5
Il film è realizzato attraverso un utilizzo sapiente delle macchina da presa. Belle le variazioni di luce in ambienti diversi, le riprese in movimento, i primi piani degli attori. Una fotografia dura e un montaggio a volte macchinoso scandiscono il ritmo del racconto di un gruppo di Iracheni richiedenti asilo politico, che per evitare l'espulsione dal paese, la Danimarca, si rifugia in una chiesa. Lì dormono, giocano come possono, fanno passare il tempo.

Marco Papandrea, voto : 8
Afvist è un cortometraggio che racconta di un gruppo di Iracheni richiedenti asilo politico e rifugiati in una Chiesa in Danimarca. Le scene sono ben fatte, le musiche di sottofondo risultano abbastanza azzeccate. Il video permette una buona immedesimazione nel racconto. L'intervento dei rifugiati ha però uno spazio eccessivo nel video che appesantisce il cortometraggio e lo rende monotono.

Pietro Furfaro, voto : 7
Cortometraggio molto coinvolgente sia per merito della storia sia per il buon montaggio delle foto con l'audio. L'argomento che in questo filmato viene trattato da Aage Rais-Nordentoft si rispecchia nelle condizioni in cui vivono  molti cittadini di paesi poco democratici.

Lucia Iannò, voto : 7
Sceneggiatura e montaggio ottimi,musiche e scale di suoni molto coordinati e alquanto pertinenti. Protagonisti del cortometraggio, un gruppo di Iracheni che chiedono libertà politica e si rifugiano in una Chiesa in Danimarca. Qui ridono, scherzano, cercano di badare al divertente.  Nel complesso ben strutturato e significativo.

Paola Romeo, voto : 6
Caotico. Peccato per i sottotitoli, magari erano esplicativi. Documentario. Di denuncia sicuramente. Comunque abbastanza chiaro nella sua tragicità. Buona parte del film è girata al buio, ma più di ogni altro è in luce la disperazione e l’angoscia di un popolo. Di un gruppo.
 

 

4. Alice et moi, di Micha Wald, Belgio, 2004, 19’

Simon deve accompagnare al mare l’anziana zia Mala e le sue due amiche Lydia e Colette. Durante il viaggio in macchina riceve una telefonata da Alice, la sua ragazza, colloquio che si trasforma in una discussione spiacevole. Da buone vecchie zie ebraiche, le tre donne iniziano ad interferire e il viaggio si trasforma in una piccola odissea tragicomica.

totale : 36,5 (6)

Luca Antico, voto : 6
Il corto questa volta é tra il genere commedia-drammatico. Le scene e la storia sono molto semplici ma ben riuscite, si punta molto sulla simpatia della zia di Simon e le sue amiche. Il diverbio nasce da una telefonata che Simon riceve dalla fidanzata e purtroppo mentre si parlano al telefono ci sono la zia e le sue amiche che lo ascoltano.........Semplice e simpatico.

Marco Papandrea, voto : 6
Simpatico cortometraggio. Simon dopo aver avuto una discussione accesa con la sua ragazza, deve sopportare la zia e le sue amiche che si intromettono in maniera eccessiva. Sceneggiatura molto semplice, simpatiche le musiche di sottofondo, sufficienti le riprese.

Lucia Iannò, voto : 6,5
Montaggio e sceneggiatura di qualità,musiche altrettanto belle! Il cortrometraggio è alquanto divertente,questo ragazzo nell'accompagnare la zia e le sue amiche a mare,si imbatte in un litigio con la fidanzata. La zia e le amiche,vecchie,pettegole e premurose,cercano di indurre in ragazzo sulla strada giusta,facendolo ragionare e facendogli capire dove ha sbagliato e come fare per rimedire. Sarebbe stato meglio avere i sottotitoli per una migliore comprensione del film. Tutto sommato,divertente. Un viaggio fatale!

Pietro Furfaro, voto : 6
A causa della lingua interamnete in francese si riesce a capire il senso del corto "Alice et moi" di Micha Wald solo dalle immagini.Comica la figura delle tre anziane che si trovano in macchina con il protagonista.Montaggio buono con effetti discreti.

Francesco Macrì, voto: 8
Inizia male il viaggio di Simon, protagonista di "Alice et moi". Deve accompagnare la zia e due sue amiche al mare. Appena una di queste vede la macchina con cui faranno il viaggio comincia a lamentarsi. Durante il percorso poi le donne gli fanno mettere musica e ascoltare la radio, ma sembra che lui non gradisca particolarmente. Ma il centro del film sono le telefonate che ci saranno tra Simone e Alice, la sua ragazza. Le forti discussioni tra i due non impediranno alle tre anziane signore di intromettersi e di consigliare al giovane di lasciar perdere la ragazza. I dialoghi hanno un buon ritmo, il film è piacevole e ha una bella sceneggiatura. Buona la scelta delle luci e la fotografia, considerando soprattutto che è in bianco e nero. Oltre ai dialoghi, le musiche, ben inserite, contribuiscono a tenere sostenuto il ritmo.

Paola Romeo, voto : 4
Carino il montaggio. Magari con i sottotitoli sarebbe stato meglio. Un po’ troppo statica la fotografia. I dialoghi forse erano anche interessanti. Non lo saprò mai.

 

5. Anna, di Ruben Pest, Paesi Bassi, 2009, 5’

Le ragazze, si sa, maturano prima dei ragazzi. Capiscono prima le cose dell’amore, colgono sguardi e pensieri, sono capaci di manipolarli e di controllarli. Soprattutto, capiscono quando un ragazzo si avvicina e vorrebbe dire e fare, ma è attanagliato dalla timidezza. Come in questo corto: un giro sulla ruota panoramica, di quattro minuti, racchiude una dichiarazione d amore che rimarrà silenziosa.

totale : 42,5 (6)

Pietro Furfaro, voto : 7
Il cortometraggio intitolato "Anna" rispecchia il classico problema in cui incorrono i giovani, il rapportarsi con l'altro sesso. Buon montaggio di immagini e audio.

Lucia Iannò, voto: 8
Effetti straordinari, montaggio e sceneggiatura ottime, musiche o meglio vocii molto particolari. Altrettanto particolare il contesto. In una ruota panoramica,lassù,in quel posto assurdo e impensabile che possono nascere i primi segni di interessamento tra un ragazzo e una ragazza. Lui timido e buffo, si interessa da lontano con lo sguardo a lei, lei, invece,esuberante si accorge dopo degli sguardi dolci e timidi del ragazzo che si trova accanto nella giostra. Ciò significa che qualunque cosa nasce dalla casualità, qualunque cosa è sorretta da essa!

Marco Papandrea, voto 5,5
Sceneggiatura semplice... il video racconta della timidezza del ragazzo che sale sull'attrazione e della ragazza che capisce i suoi sentimenti. Le musiche di sottofondo risultano azzeccate.

Francesco Macrì, voto: 8
E' incredibile quanto l'attore di questo cortometraggio riesca a comunicare senza dire nulla. Una dichiarazione d'amore che non trova voce, quella che lui fa alla ragazza con cui fa un giro in giostra. L'unico momento in cui c'è una comunicazione verbale tra i due avviene quando, prima di salire sulla giostra lei gli chiede di spostarsi perchè gli ostruiva la visuale. Inizia il giro, non una parola, ma intensi sguardi che il regista ha ben catturato. I colori esplosivi del luna park rendono l'idea di festa e di frenesia. Il ritmo ben sostenuto viene spezzato nel momento in cui inizia un rallenty e tutto si concentra su gli sguardi loquaci dei due ragazzi, lui timido lei più estrosa e sorridente.

Luca Antico, voto : 8
Il filmato è incentrato sui due personaggi, la scenografia quasi non servirebbe comunque belle le luci delle giostre; come dicevo il personaggi sono il punto chiave del corto. Ci sono i due ragazzi che salgono sulla giostra e si vede l' incapacità del ragazzo nell' esprimere l'amore che prova per lei, (l' incomunicabilità), ad un certo punto gli occhi dei due ragazzi si incontrano e lei capisce, però come la giostra si ferma la ragazza scende e va via. a questo punto mi vengono in mente due citazioni "cogli l' attimo " e " vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo", non bisogna aver paura altrimenti le occasioni che capitano ci sfuggono e non sapremo mai se ci possono ritornare. Bello.

Paola Romeo, voto : 6
Un po’ anni 80 L’idea poteva essere bella. Tenera. Azzeccata. La giostra anche. Il luna park la scenografia perfetta, ma lui non mi è piaciuto per niente. Non ha nulla dell’adolescente. Non mi sono intenerita guardandolo e non mi è affatto dispiaciuto che lei se ne sia andata dalla giostra senza nemmeno guardarlo.
 

6. Big Mouth, di Henry Darke, Gran Bretagna, 2010, 14’

Bud ha 19 anni ed è sordomuto. Anche a causa della sua ostinazione, non ha un buon rapporto con la sua famiglia. Il suo migliore amico - anche lui incapace a udire e parlare - sta per lasciare la città, e Bud dovrà imparare a fare a meno del suo supporto. Tra Meadows e Loach, il giovane Henry Drake pianta le basi nella tradizione del cinema sociale british, rivelando grande freschezza e talento. I due protagonisti, veri sordomuti, fanno il resto. Sceneggiato con Harry Wootliff, autrice di Trip, in concorso al MFF nel 2008.

totale : 43,5 (6+1)


Marco Papandrea, voto: 7,5
Discreta sceneggiatura, discrete anche le riprese. Il cortometraggio racconta della vita di un ragazzo sordo muto e delle difficoltà che si possono incontrare in queste situazioni. Le musiche di sottofondo risultano abbastanza azzecate.

Lucia Iannò, voto: 7
Sceneggiatura di effetto, molto particolari le immagini. Anche il contenuto del video. Bud,sordomuto,non avendo un buon rapporto con la sua famiglia cerca riparo nel suo migliore amico. Con lui trascorrono del tempo insieme,ballano,si sfidano,scherzano; tutto ciò che due amici che si vogliono bene fanno,purtroppo bud non sà che il suo migliore amico dovrà lasciare la città. Dopo averglielo detto,litigano e viene perseguitato da dei bambocci riesce a nascondersi,così dopo un'ennesima litigata con i genitori,riesce a trovare sostegno nella musica. Corto molto particolare,insegna molto,ognuno non deve contare mai sulla spalle dell'altro o perlomeno deve anche pensare che da un giorno all'altro,l'altro se ne possa andare; come Bud,ha reagito benissimo.

Pietro Furfaro, voto : 6
Buon cortometraggio, molto interessante la storia del ragazzo sordomuto protagonista del corto di Henry Darke. Foto buone , musica/suoni discreti.

Francesco Macrì, voto: 9
Henry Darke mette in luce i problemi che può avere un sordomuto, che si intensificano nel caso di Bud, protagonista del film, che oltre a essere incapace di udire, è un personaggio molto duro e dal carattere difficile. Un bellissimo montaggio audio-video unito ad un sapiente uso della macchina da presa e all’interpretazione degli attori fanno di questo film un lavoro intenso, forte e molto apprezzabile.

Serena Catignani, voto: 7
Trovo originale la scelta dei personaggi, ed è interessante il linguaggio delle immagini ed il contenuto da esse trasmesso. Anche la fotografia è chiara e spesso la velocità delle immagini combacia con i tempi delle scene. Al mio modesto giudizio è piaciuto, ma non mi ha emozionata.

Luca Antico, voto : 6
Il corto fa vivere il dramma di un ragazzo portatore di handicap, sordomuto. Bud e' un ragazzo di soli 19 anni, ha un rapporto difficile con i genitori, ma poi sarà anche abbandonato dal suo amico, che vuole andare via dalla sua città. I due ragazzi hanno un approccio differente con la vita ma lo stesso entusiasmo dei loro coetanei. Felice il rapporto tra suono e immagini, efficaci i sottotitoli. Un esempio straordinario di sordità cinematografica.

Paola Romeo, voto : 8
Bella la regia. Tenera la storia. Splendida la scenografia. Giusta drammaticità.

 

7. Come a Cassano, di Pippo Mezzapesa, Italia, 2006, 14’

Bari Vecchia. Un ragazzino di dodici anni si dirige verso il campo per una nuova importante partita. Ha la passione per il calcio giocato tra viottoli assolati e campetti polverosi. Si chiama Antonio Cassano.

totale : 45,0 (6)

 

Luca Antico, voto : 8
il corto parla di un argomento appassionante, il calcio. E’ girato nei vicoli di Bari vecchia e gioca sulla somiglianza di un bambino con il calciatore Cassano. il bambino come il calciatore ama il calcio e vuole diventare un professionista, ma nella vita bisogna avere talento altrimenti é difficile raggiungere i propri sogni. ed il bambino corre con la sua palla per le vie del centro storico sognando di diventare un campione. Insomma e' la storia di tanti bambini che sognano di diventare come i propri idoli, ma a volte i sogni si infrangono. Carino

Francesco Macrì, voto: 6,5
Il film si presenta leggero, brioso e solare. Girato nella Bari vecchia, ci sono belle luci. Il sole di Puglia accende gli occhi di Antonio, il nostro protagonista, che vorrebbe giocare a calcio nella sua squadra. Mentre i compagni, al momento dell' ingresso in campo salutano la Madonna, lui, si rivolge ad un'immagine del suo idolo, Antonio Cassano, suo omonimo, e gli chiede soltanto di farlo giocare. La preghiera però non viene ascoltata e il ragazzo, ancora una volta sta in panchina. La fotografia è discreta, interessanti i viottoli di Bari vecchia. Il montaggio è lineare, ma è la colonna sonora a tirare su il ritmo del film con delle belle musiche.

Lucia Iannò, voto: 7,5
Corto molto comune, particolare e divertente. Il ragazzo Antonio Cassano,gironzola per la città calciando una lattina,il suo grande sogno è giocare a calcio appunto,arriva il momento di giocare la sua partita ma è in panchina,così cerca di fare di tutto per partecipare a quella partita! Ma niente da fare! Film molto particolare,montaggio e struttura ottime!

Pietro Furfaro, voto : 8
Cortometraggio molto bello quello che ritrae la vita del piccolo Cassano nella Bari vecchia. Tutti noi da piccoli pensavamo di diventare giocatori ad alti livelli, magari come nel video ispirandoci a qualche giocatore famoso. Strutturazione del corto ad alti livelli.

Paola Romeo, voto : 7
Sguaiato. Paesano. Musica azzeccata. Fotografia pure. La “a” del titolo è riuscitissima. Sembra proprio un film.
 


 

8. Diesis 3, di Franke Frigo, Italia, 2009, 12’

Una notte in macchina, tra radiotrasmittenti e parole d’ordine, per giocare a un disumano tiro al bersaglio. Terzo capitolo di una trilogia sulle “brevi dalla società liquida”, il film diventa una metafora agghiacciante di certi atteggiamenti italiani. Estremo nella regia, tra ralenti e piani cortissimi, paradossale nella storia: un cortometraggio che ha il potere di evocare l’orrore contemporaneo, senza freni.

totale : 39,5 (6)

Francesco Macrì, voto: 7
Storia al limite dell' incredibile, quella raccontata in "Diesis III". Tutto è estremo in questo cortomentraggio. Dialoghi ridotti all'osso, parole d'ordine e codici per comunicare, effetti audio scarni e musiche a tratti martellanti percettibili sullo sfondo. Al di là della storia, delle musiche, del montaggio una fotografia molto difficile, dura ma ben riuscita, rappresenta il miglior lato del film. Il buio sfiora la luce che fa vedere le sagome dei personaggi, fino a coglierne l' espressione dei volti tra terrore e inquietudine.

Lucia Iannò, voto: 8
Film ben strutturato e mozzafiato. Dagli effetti straordinari,e dal montaggio eccezionale! Musiche pertinenti e calibrate,bass a volte troppo alti. Tralasciando la morfologia del video,esso è molto particolare,bello e difficile da capire. Dall'uso delle parole in codice,degli sguardi,dati e non dati. Sempre un pò come vivere in un gioco di Mafia!

Luca Antico, voto : 6,5
Il corto si presenta come un film che vuole far riflettere sugli aspetti peggiori della società : la morte. Il video ci spinge a farci delle domande, insomma a riflettere sul nostro quotidiano. Le scene sono sempre in notturna, rarissimi i dialoghi, il ritmo è definito dalla musica che tiene lo spettatore con il fiato sospeso per poi arrivare al finale "crudo" !

Paola Romeo, voto  : 4
Buio. Troppo. Scuro. Il giusto per il genere. Notizia da Tg: quello che è veramente successo quando, il giorno dopo l’inviato viene chiamato a fare il collegamento in diretta dal luogo del crimine. Pochi i dialoghi chiarificatori. Lento. Troppe ombre. Idea non ben definita. Sulla fotografia non mi pronuncio: io non l’ho vista. L’unica cosa che si salva è forse il titolo. Certo solo se fosse in riferimento stretto alla nota musicale, cosa che dubito altamente. Uno degli attori, quello principale (il protagonista?) ha una vaga somiglianza con il grande Al. Sperando che tali recensioni non oltrepassino l’oceano, poiché si parva licet componere magnis.

Pietro Furfaro, voto : 7
L'opera di di Franke Frigo rispecchia pienamente ciò che sta accadendo in Italia in questi ultimi anni. Suoni e immagini adatte al contesto.

Marco Papandrea, voto : 7
Cortometraggio ben girato. Discrete le riprese, il video riesce a farti immedesimare nel racconto che appare agghiacciante.
 

 

9. Don’t Worry, di Giacomo Agnetti, Italia, 2009, 7’

Uno speaker ci accompagna serenamente nel suo ragionamento che passo dopo passo vede l’umanità finire nel cestino del software divino. Un allegra dimostrazione, con tono da mockumentary, di quanto l’uomo si sia impegnato per crearsi e creare problemi. Un film, tra animazione e grafica, che sembra arrivare da un osservatore di un altro pianeta, mentre è del nostro, con qualche disincanto in meno.

totale : 42,5 (6)

 

Luca Antico, voto : 7,5
Il filmato si presenta come un finto documentario, si viene inondati da una serie infinita di foto e filmati con una voce di sottofondo che spiega le cose nel suo dettaglio come nei veri e propri documentari, ed inoltre dice l’uomo é fissato dei dettagli li memorizza senza comprenderne il significato, ma dice anche che e’ inutile dare un significato alle cose, bisogna prenderle così come sono. Insomma l’ uomo si complica la vita facendosi domande anche per cose che non servirebbe avere delle risposte. Strano ed azzeccato.

Lucia Iannò, voto: 7,5
Montaggio e sceneggiatura strepitosi! Effetti grafici bellissimi! Questo corto comico-realistico,è davvero interessante e significativo,è tutto un ragionamento interessantissimo,che parte dalla vista,da un cane che abbaia e va a finire ad una insignificante formica! tutto ciò perché la vita,il tempo,le situazioni cambiano ma restano sempre come sono!


Francesco Macrì, voto: 6
Non è molto rassicurante un ragionamento che finisce col mettere l'uomo nel cestino del computer divino. Parlando del dettaglio e del suo contrario, l'immenso, la voce narrante ci fa riflettere su le cose che abbiamo sotto gli occhi e non vediamo e su l'entità suprema che noi pensiamo abbia creato il mondo. In entrambi i casi si sottolinea una certo uso sconsiderato del nostro cervello. Il video ha un montaggio frizzante, in cui lenti movimenti si alternano a rapidissime successioni di frame. La costruzione è riuscita e le musiche sostengono discretamente l'andamento delle immagini.

Paola Romeo, voto : 8
Voce da documentario. Video simpatico. Divertente, rilassante. Un po cartone animato. Per niente scontato come invece vorrebbe sembrare. Incalzante. Senza pretese, proprio per questo efficace. Carini i disegni. Semplici, da diapositiva. Delirante il giusto. Istruttivo. Fotografia che ricorda vagamente gli anni 60 (o 80?), come le vecchie polaroid. Un incanto. Quasi una famosa filastrocca mischiata alla sapienza di nozioni di stampo nettamente scientifico, senza tuttavia aggiungere nulla di nuovo a quelli che sono i capisaldi della conoscenza. Avrebbe potuto essere più dissacrante ma va bene cosi.

Pietro Furfaro, voto : 7
Corto buono,affascinante la fantasia dell'autore nel dimostrare la capacità dell'uomo di creare problemi a se e agli altri. Immagini e suoni particolari.

Marco Papandrea, voto : 6,5
Corto molto divertente e riflessivo. Il video racconta di quanto l'uomo vedendo le cose superficialmente, non possa capire ciò che ha davanti. Bella l'idea del racconto con uno speaker mentre scorrono immagini. Sufficienti le musiche di sottofondo.

 

10. Galetten, di John Hellberg, Svezia, 2008, 22’

Per scandagliare i comportamenti umani, gli autori scandinavi spesso inseriscono i loro personaggi in situazioni al limite del sopportabile, scatenando reazioni imprevedibili (vedi Dogma). Come ci comporteremmo se un nostro amico carissimo ci chiedesse di fidarci totalmente di lui? A tutti sarà capitato, quel imbarazzo difficile da accettare, complicato da gestire. Simon chiede ai suoi due migliori amici di prendersi un giorno di ferie per fare qualcosa di davvero speciale. Controvoglia, accetteranno. Nell’imbarazzo della situazione, quale sarà la loro reazione? 

totale : 43,5 (6)

 

Luca Antico, voto 6
Il film Galetten studia la psiche e i comportamenti dell' uomo in base a determinati eventi, c'e' Simon che chiede ai suoi due emici e colleghi di assentarsi dal lavoro per andare con lui ma senza spiegare loro cosa devono fare, ovviamente ogni amico quando gli viene chiesto un favore accetta anche senza sapere di cosa si tratta. I colleghi di Simon essendo ignari di cosa devono fare vanno a casa dell' amico a prenderlo e da li si aprirà un nuovo destino e saranno tutti complici di quel che accadrà.

Lucia Iannò, voto 9
Musiche strepitose,pertinenti nel contesto del corto,montaggio e sceneggiatura altrettanto belli! Poi il contenuto è davvero giusto,e molto esauriente! Beh, cosa non si farebbe per gli amici? Per quell'amico che consideri come un fratello per te? Arriveremmo a tutto pur si assecondarlo,pur di fargli sentire che su di noi può contare! Così, è Galetten, un corto davvero emozionante, reso tale anche, appunto, dalle musiche!

Pietro Furfaro, voto : 9
Eccellente il cortometraggio che ci viene proposto da John Hellberg. Quasi tutti abbiamo vissuto situazioni sgradevoli e poco convenienti, soprattutto se queste sono frutto della richiesta d'aiuto di un nostro caro amico. Montaggio delle musiche e delle immagino ottimo.

Francesco Macrì, voto: 6,5
Strano personaggio il protagonista di "Galetten", tanto da chiedere ai suoi migliori amici di prendersi un giorno di pausa dal lavoro per portarli in una foresta e dire loro di volerli bene, il tutto dopo aver gettato alcuni litri di latte in un fosso e averci messo attorno delle candele accese. La battuta finale però, è incredibile. Simon, il protagonista, dirà agli amici di averli portati lì per dire loro che è il migliore! Il film al di là delle storia si presenta discretamente costruito nel montaggio, un pò troppo epiche le musiche, ma tutto sommato ha un suo ritmo.

Marco Papandrea, voto : 7
Sceneggiatura discreta, discrete le riprese. Le musiche di sottofono risultano abbastanza azzeccate. La lunga durata del cortometraggio lo rende un poco monotono.

Paola Romeo, voto : 6
Musica fin troppo carica. Così misterioso da sembrare ironico.

 

 

 

11. Il pianeta perfetto, di Astutillo Smeriglia, Italia, 2010, 8’

Esiste un pianeta dove tutto va per il meglio: non ci sono delitti né ladri, non ci sono guerre né malattie. Un pianeta quasi perfetto, almeno per lo spettatore, perché abitato, kafkianamente, solo da gentilissimi scarafaggi. Basta non abbellire un brano musicale mentre lo si esegue per finire in tribunale e capire qual è la vera condanna, tutta umana. Un film di animazione di Astutillo Smeriglia, autoprodotto, che conferma un talento: saper creare mondi che raccontano, tra risate surreali, del nostro.

totale : 41,5 (6)

Luca Antico, voto 6
Il film "Il pianeta perfetto" é un corto d'animazione che narra una situazione paradossale. É ambientato in un pianeta dove tutto é bello e dove tutto scorre tranquillamente. É presentato con tecnica narrativa, c'é una voce che introduce il racconto, alternata da giochi di silenzio sempre narrativo. Carine anche le musiche; geniali i disegni. il genere del cartoon non mi appassiona comunque piacevole.

Francesco Macrì, voto: 6,5
Da una surreale idea di un pianeta perfetto, che poi si scopre alla fine potrebbe non essere tale, Arturo Smeriglia ha fatto nascere un simpatico film di animazione. Un pò troppo statici i movimenti dei disegni e il montaggio, ben riuscita invece la colonna sonora per la maggior parte costituita da musica barocca, che, lascia spazio a quella contemporanea quando appaiono le prove che incrimineranno l'imputato, colpevole soltanto di avere suonato un brano senza abbellimenti.

Lucia Iannò, voto : 9
Film davvero strepitoso ! É senza dubbio un film costruttivo, davvero eccezionale ! Con un montaggio e sceneggiatura particolari e immagini bellissime ! É un corto molto bello, il mondo perfetto, o almeno all'apparenza, popolato da semplici scarafaggi, è un po’ come quel mondo blando in cui viviamo noi; quindi, avvocati, giudici, poliziotti e macchine ! Qualunque cosa popolata da un essere vivente non sarà mai perfetta !

Paola Romeo, voto : 7
I disegni semplicissimi,infantili. Gli scarafaggi mi hanno lasciata un po perplessa ma forse si tratta della mia avversione per gli insetti. Forse ho strani ricordi della metamorfosi di Kafka. Forse un mondo perfetto abitato da animali cosi non è poi cosi perfetto. Ne con ne senza baffi. Azzeccate le musiche e anche la voce narrante. L’inizio prometteva bene. La fine non è male. E’ quello che c’è nel mezzo che non mi ha convinto, a parte qualche genialata fornita dalla famosa voce. Nel complesso più che accettabile.

Pietro Furfaro, voto 6
Cortometraggio molto divertente,affascinante l'idea surreale di un mondo perfetto. Giudici che non hanno nulla da giudicare e poliziotti che non hanno nulla da incriminare. Immagini e suoni discreti.


Marco Papandrea, voto : 7
Il cortometraggio racconta di un mondo che all'apparenza pare perfetto ma in realtà non si rivela poi così. La sceneggiatura è particolare ma si rivela buona. Azzeccate le musiche di sottofondo.


 

 

12. L’art délicat de la matraque, di Jean-Gabriel Périot, Francia, 2009, 3’

Sulle potenti note di This is not a love song, scorrono sullo schermo immagini di repertorio di pestaggi della polizia sui civili. Il regista Jean Gabriel Périot prosegue nel suo personale percorso di recupero della memoria e di lettura della storia e della violenza attraverso il montaggio di materiali d’archivio. Questo film fa parte di un’opera collettiva, Outrage & Rebellion, nata in seguito a un’aggressione della polizia a Montreuil il 9 luglio 2009.

totale : 35,5 (6)

Luca Antico, voto : 6
L’art délicat de la matraque è la sperimentazione di un video al confine tra il documentario, non è altro che un ritaglio e un incolla di immagini di archivio che vengono sapientemente montate in modo da far capire allo spettatore il tema chiave che e' la violenza.

Lucia Iannò, voto: 5
Questo corto-documentario,montato sulla canzone,This is not a love song, a mio gusto troppo forte,non mi piace! Rende peraltro anche il corto troppo confusionario. Anche se il tema è incentrato davvero bene! Riguardante di un tema ormai discusso nella nostra società,la violenza. Il montaggio è ottimo,certo magari con un sottofondo migliore. Sarebbe stato di più buon gusto.

Francesco Macrì, voto: 5,5
Si può realizzare un prodotto audiovisivo senza girare nemmeno un minuto di pellicola. "L'art dèlicat de la matraque" ne è la prova, ma è solo un piccolo saggio di un genere che ultimamente sta prendendo piede presso i filmaker. "1960" ad esempio, documentario presentato da Gabriele Salvatores alla Mostra del Cinema di Venezia 2010, è stato realizzato interamente con immagini di repertorio. Per tornare al nostro corto documentario, tutto è il montaggio, ovviamente. Jean-Gabriel Périot non sempre riesce ad alternare campi stretti a campi larghi, un pò inflazionate la scelta di ripetere in sequenza un certo numero di scene. Il ritmo, scandito dal brano "This is not a love song", non sempre viene seguito dalle immagini che comunque hanno un'andatura accettabile.

Marco Papandrea, voto : 8
Il cortometraggio racconta di scene di pestaggi civili da parte della polizia. Buone le riprese, non mi è piaciuta molto la musica di sottofondo che sembra svalutare il messaggio che le immagini già raccontano da se.

Pietro Furfaro, voto: 5
Cortometraggio troppo confusionario,si poteva esprimere lo stesso concetto utilizzando immagini e suoni diversi. Montaggio molto contorto, a mio parere la musica non centra nulla con le immagini.

Paola Romeo, voto : 6
Più che un corto un documentario. Esemplare. Crudele. Vero. Bella la canzone.


 

13.Please Say Something, di David OReilly, Irlanda, 2009, 10’

Lui è un topo, lei una gatta: la coppia classica del cinema d animazione ritorna in un mondo in 3D scarnificato ed essenziale, perfetto per travolgere le emozioni. Dopo anni di combattimenti provano ad amarsi, ma non è una vita facile quando il topo è un romanziere in crisi e lei è timida. Un piccolo capolavoro, scandito in rapidissimi episodi tra risate e isteria, per una nuova frontiera dell’animazione.

totale : 42,0 (6)

Lucia Iannò, voto: 8
Film divertente! Sembra come tornare indietro nel tempo e rivivere quei momenti in cui io ero seduta sul divano e Boing trasmetteva questi cartoni privi di logica,ma reali. Lui topo,lei una gatta. Si direbbe,come faranno mai a stare insieme? Non vi è un reale contrasto tra i due esseri viventi? E invece non è proprio questo il problema centrale! Lei è insicura, ma lui è troppo legato al suo lavoro. Corto carino!

Marco Papandrea, voto : 8
Cortometraggio molto carino. Le scene sono buone ma un po’ caotiche. Il cortometraggio racconta di una storia tra una gatte e un topo, una coppia molto improbabile ma che ha sempre fatto divertire. Buone le musiche di sottofondo.

Luca Antico, voto: 7
Please Say Something è un corto d' animazione che narra il rapporto complicato tra un gatto ed un topo, rapporto che si alterna con varie crisi. il film è un insieme di piu' episodi, il disegno è molto semplice e viene usata la tecnica del 3D. Molto simpatico.

Pietro Furfaro, voto : 7
Buon cortometraggio, divertente riscoprire la classica lotta stravolgersi con una ,quasi assurda, storia d'amore tra il gatto e il topo in modalità 3 D. Ottimo montaggio di audio e video.

Francesco Macrì, voto : 6
L'evoluzione del cinema di animazione oltre che da un fattore tecnico dipende dalle idee e dal modo di presentare un film da parte di un autore. "Please say something" è uno di quei film di animazione che non si vedono spesso. Scarno, forse troppo nei disegni, in un paesaggio urbano in cui raramente si vedono ombre, le azioni sono quasi meccaniche e i suoni sintetici ma non fastidiosi fanno pensare ad un mondo surreale in cui c' è una dimensione avulsa da colori, luci calde, ombre e odori. Il tutto racchiude la storia di una simpatica coppia, un gatto e un topo, divisa in piccoli episodi che sembra le diano un po' ritmo.

Paola Romeo, voto : 6
Strani i disegni. Simpatici. Inconsueti. Insoliti. Potrebbero diventare icone. Ma ora ancora no.


 

14. Regila (On Leave), di Asaf Saban, Israele, 2009, 15’

Questa non è la storia di un male specifico che attanaglia un personaggio preciso, un soldato israeliano in licenza. È la storia di un male oscuro che è incurabile: la guerra. Ora, il nostro è giovane, e agisce di impulso. La famiglia cerca di interpretarne gli strani comportamenti, dettati quasi da una fame inspiegabile. Di libertà, di novità, di sesso. E invece, il male si aggira. Film di diploma di un giovane talento del cinema israeliano, una storia dura come un sasso che non si riesce a mandare giù. Per fortuna.  

totale : 42,50 (6)

Lucia Iannò, voto: 6
Film carino,molto suggestivo. Sceneggiatura e musiche belle,anche se il contenuto è molto banale. Questo soldato,scosso e turbato profondamente da quel mondo irruento e crudele come la guerra. I familiari non si danno tregua,non si spiegano gli atteggiamenti del ragazzo.

Francesco Macrì, voto: 8
E difficile interpretare i comportamenti strani di un giovane soldato insofferente della sua condizione, taciturno, schivo. Tutti intorno a lui cercano di capire dove è nascosto il suo malessere, invano. Un storia dura, costruita bene nei dettagli e nell'andatura volutamente soffocata, il tutto ben sostenuto da una buona interpretazione del protagonista.

Marco Papandrea, voto: 8.5
Video molto bello e girato bene. Buone le riprese. Il cortometraggio racconta di quanto sia difficile riprendere una vita normale dopo la guerra. Forte il messaggio sociale.

Luca Antico, voto : 6
Questo filmato racconta la storia di un soldato in congedo e descrive la condizione della guerra. Il giovane soldato si comporta in modo impulsivo, esprimendo la sua inspiegabile voglia di libertà, di fare delle nuove esperienze e che la sua famiglia tenta in qualche modo di capire. Purtroppo il male come si sa è sempre presente e prima o poi si manifesta. insomma il filmato racconta una storia dura e cruda.

Pietro Furfaro, voto: 7
Buon cortometraggio,contenuti ottimi. Particolare la storia di questo soldato in licenza. Perfetta la composizione di immagini e suono.

Paola Romeo, voto : 7
Chiara la regia. Pochi i dialoghi ma esplicative le espressioni dei volti. E’ molto forte. Alcune volte poco sostenibile. Chissà, chissà cosa pensa un ragazzo che ha sparato e a cui hanno sparato. Un ragazzo che ha giocato prima con i soldatini in miniatura e poi con le armi vere. Chissà cosa ti lascia dentro la guerra. Chissà se ti lascia la guerra.


 

15. Ritratto di un private banker, di Ricky Farina, Italia, 2009, 10’

Un uomo al mare racconta la sua vita, il suo lavoro, i suoi amori: tutti vissuti nella tradizione berlusconiana. Un versante della medaglia poco presente al cinema, ripreso in diretta da Ricky Farina. L’uomo adagiato tra gli arredi dei bagni Twiga di Forte dei Marmi parla e lo spettatore incontra uno spicchio della soddisfatta ambiguità morale dominante.

totale : 33,50 (6)

Lucia Iannò, voto: 5
Corto informativo e espansivo,montaggio carino,quest'uomo in riva al amre decide di raccontare di se! Tutte le avventure che ha avuto modo di fare e di vivere. Nè parla con gioia senza nessun pentimento su quello che ha fatto,senza nessun rammarico. Certo un pò troppo ricco ha potuto godere di tutti i lussi e gli sfizi che la sua mente voleva.

Francesco Macrì, voto: 6,5
Dal punto di vista dell'arte cinematografica "Ritratto di un private banker" potrebbe non avere nulla di eccezionale. La fotografia ha una buona luce, ma è il minimo considerando la location, il montaggio  molto statico, le musiche poi prese dal film "Scuola di polizia" le definirei accettabili. Ma nella scelta delle battute Ricky Farina ha saputo coglierne alcune davvero interessanti: "'80, '81, si vendevano i contratti atipici, non c'era regolamentazione, non c'erano nemmeno i fondi comuni"; "se tu una persona la fai muovere solo per soldi, si, la sposti, ma se la fai muovere per un credo, per una religione, la fai volare"; "non bisogna prendersi davvero sul serio, non bisogna essere bacchettoni"; "Anna mi lascia per uno che aveva quasi cinquanta anni, la pancia e la barba! Però non la portava in tenda, la portava a Montecarlo. Avrò passato sei mesi a chiedermi perché una ragazza di diciotto anni e mezzo come me uscisse con uno di cinquanta. Per fortuna l'ho capito adesso".

Marco Papandrea, voto: 6
Questo cortometraggio racconta di un uomo che parla della sua vita, di come è diventato ricco e un pò della sua storia. Buone le riprese e il montaggio, sufficienti le musiche di sottofondo.

Luca Antico, voto : 5
Filmato con poca scenografia tutto gira sul personaggio che racconta la sua vita (fa un vero e proprio ritratto di se ). nulla di eccezionale forse il regista voleva copiare il grande Alberto Sordi che nei suoi film non faceva altro che riportare il ritratto e gli elementi o meglio le persone che rappresentavano l'italiano medio di quel periodo. non mi è piaciuto.

Pietro Furfaro, voto : 5
Suoni, immagini e riprese buone. Contenuti discreti, discreta anche la storia raccontata dal protagonista. A mio parere assurda, troppo sfarzo nella vita di quest'uomo.

Paola Romeo, voto : 6
Un ritratto si. Rivoltante. E cosa più assurda verissimo. La gente “da bere” o “da bene” che è più presente di quello che si crede nel nostro paese. Vero. OHMYGOD, It’s true!!!! Forse troppo intervista.
 




 

16. Stato privato, di Luigi Marmo, Italia, 2009, 14’

Un uomo viene licenziato, un altro scompare, si prepara una bomba molotov e un video del presidente Calamandrei ricorda un articolo della Costituzione: lo Stato dovrebbe togliere gli impedimenti allo sviluppo di ciascuno. Il film di Luigi Marmo usa una narrativa spezzata e claustrofobica per mettere in scena un attentato simbolico all’Italia e al suo divenire. Lo fa riuscendo a dare corpo ai versi che appaiono sullo schermo: Troppo comoda e composta è la mia generazione / poveri noi in solitudine non si fa la rivoluzione.

totale : 41,0 (6)

Lucia Iannò, voto: 7
Con questo sottofondo di una stampante che sputa fuori fogli tutti uguali si gira quasi tutto il succo del corto. Due uomini,uno licenziato l'altro spuf! Sparito! C'è un attentato in corso,ma viene fuori un fondamentale articolo della Costituzione. Corto carino,con delle sfumature e con una sceneggiatura particolari e un contenuto significativo.

Francesco Macrì, voto 6
E' facile in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando ricordare un articolo della costituzione che dice che lo stato dovrebbe togliere gli impedimenti allo sviluppo di ciascuno. Si rischia di sconfinare nella retorica dei diritti del cittadino. Senza parlare di doveri. Al di là della sceneggiatura il film è scandito da musiche eccezionali, e un ottimo utilizzo dei suoni ambientali. Un buon ritmo, a volte spezzato si, ma comunque intenso e sofferto unito ad una fotografia cupa, rende intensa questa narrazione di un ipotetico attentato all' Italia.

Marco Papandrea, voto: 7
Video girato abbastanza bene. Sufficiente risulta il montaggio, buone le riprese e la musica di sottofondo. Il cortometraggio ci fa riflettere su alcuni principi della nostra Costituzione, non si capisce però ne a chi viene fatto l'attentato ne perché, forse per qualche gesto patriottico.

Luca Antico, voto : 7
Il corto stato privato parla dei problemi di carattere sociale che ci sono in Italia, e si vede la preparazione di un' attentato. si mette in discussione l'articolo 3 della costituzione in quanto la repubblica non riesce a rispettare i principi fondamentali e questo diventa motivo di rabbia, penso comunque che sia anche compito dei cittadini cambiare le cose per migliorarle e che la colpa non sia solo dello stato. fa pensare ....

Pietro Furfaro, voto 7
Film molto bello,a mio parere rappresenta ciò che accade da una decina di anni in Italia. Musiche e immagini molto rappresentanti, soprattutto i versi che si ripetono nel video.

Paola Romeo, voto : 7
Strane le luci, alcune troppo belle. Anche se i personaggi si muovono mi sembra tutto un po’ troppo statico. Significativissime le frasi che spezzano alcuni fotogrammi. Surreale ma concretissimo.



 

17. Une leçon particulière, di Raphaël Chevènement, Francia, 2007, 10’

Cyril ha 16 anni, la sua insegnante, Eva, 27. Un pomeriggio come un altro, in casa di lui; una lezione privata di letteratura francese, proprio come tante. O forse no, perché questa volta l’oggetto della spiegazione è un poema d’amore di Victor Hugo. Un poema che racconta i giochi di seduzione tra uomini e donne appartenenti a un tempo lontano dal nostro, in cui gesti e parole avevano un significato diverso. O forse no. Tra Truffaut e Rohmer, la lezione privata si carica di erotismo sotterraneo e di teneri doppi sensi.

totale : 45,0 (6)

Lucia Iannò, voto: 7,5
Montaggio, sceneggiatura e immagini ottimi,contenuto un po’ troppo sottile. questo ragazzo e l'insegnante, un caldo pomeriggio come altri già trascorsi si trovano a parlare di un poema d'amore. Il ragazzo sedicenne, imbarazzatissimo, riesce comunque a rispondere alle domande dell'insegnante. Si trovano a parlare dei ragazzi che si baciano,che si sfiorano le labbra.

Francesco Macrì, voto: 9
Due personaggi, un uomo e una donna, e un libro. Classico quadro della letteratura amorosa. Questa volta l'interessantissimo escamotage usato dallo sceneggiatore è dato dalla creazione di una lezione "particolare", in cui la giovane prof, più grande dello studente sedicenne, spiega al ragazzo alcuni passi di un poema di Victor Hugo. Il film ha una bella sceneggiatura cui gli attori rendono onore con le interpretazioni di due personaggi che sembrano molto vicini a quelli del poema che stanno leggendo. Lui giovane, freddo, timido, lei maggiore in età, simpatica, estroversa. Sapienti i movimenti di macchina e ben curati i suoni ambientali.

Luca Antico, voto : 6
Il corto é ambientato in un appartamento dove si tiene una lezione privata, ci sono uno studente e una insegnante e si studia un argomento che crea anche dei momenti di imbarazzo. Il tema é molto sfruttato nel cinema italiano. simpatico.

Marco Papandrea, voto: 7.5
Corto ben girato. Buona la sceneggiatura discrete le riprese. Il video parla di un ragazzo e un insegnante che discutono di seduzione durante una lezione di letteratura francese.

Pietro Furfaro, voto : 7
Ottima sceneggiatura e perfetto montaggio di audio e video.Nel cortometraggio intitolato "Une leçon particulière" l'autore ci descrive, a mio parere, il problema dei giovani di affrontare l'argomento che tratta Hugo nella sua opera.

Paola Romeo, voto : 8
La storia mi ricorda quella raccontata da Francesca nel V canto dell’Inferno. Gli attori un po troppo “francesi”. Nonostante la scena sia abbastanza statica, ho apprezzato la regia. Poetico. Forse estremamente banale. Romantico quanto basta per farmelo piacere. Poco originale forse, ma cosa c’è di nuovo nella passione (sempre nuova del resto) e nell’amore che “move il sole e l’altre stelle”?


 

18. Walrus, di Christophe Reiner, Austria, 2009, 5’

Scena fissa, un gruppo di amici è seduto a un tavolo sul fondo, non sentiamo cosa si dicono. Seguiamo la storia di amore di uno di loro, tutto attraverso una telefonata, con risvolti imprevedibili. Da un regista che ama giocare con il cinema e spiazzare lo spettatore. E come non pensare al Lennon di I am the Warlus - Io sono un tricheco - concepita dall’autore come ossessivo nonsense in risposta a chi cercava a tutti i costi significati reconditi nei suoi brani...

totale : 32,5 (6)

Lucia Iannò, voto: 6
Un cellulare, degli amici in fondo a un locale,e un sottofondo musicale. Poi una telefonata più vicina,poi Stop!. Cosa significherà? Gli amcii iniziano a litigare,per una presunta colpa della ragazza. Contenuto incomprensibile. Magari con più immagini,si sarebbe capita meglio la trama. O comunque il messaggio di questo corto.

Francesco Macrì, voto: 6,5
L'inizio del corto è caratterizzato da una certa immobilità che viene interrotta nel momento della rissa finale, che sembra essere un gesto eccessivo nei confronti del povero Paul, il protagonista del nostro film. I suoni ambientali sono stati catturati senza particolari sforzi e le luci delle lampade in sala sono equilibrate. Interessante notare che a parte l'immagine iniziale, quella in cui si vede lo schermo di un telefonino col messaggio ricevuto, il resto del film è girato in piano sequenza.

Luca Antico, voto : 5
Il corto si presenta con un ambientazione semplice ed una telecamera fissa, si osserva l'evolversi della vicenda da un punto fisso. Comincia con il primo piano di un cellulare a cui arriva un sms, ci sono degli amici che sono seduti tranquillamente in un tavolo di un bar, un ragazzo si alza e si mette a parlare  al cellulare in disparte; il ragazzo cerca di comunicare con Sarah ma non ci riesce poiché il fratello rende impossibile la comunicazione, telefonata che poi finirà male, nascerà una scazzottata tra lui e gli amici.

Marco Papandrea, voto: 5
Cortometraggio molto confuso. Buone e ferme le riprese, mediocre la sceneggiatura. Il video non rende comprensibile il perché delle vicende, forse per una crisi amorosa? Resta inoltre incomprensibile il senso e il messaggio che si vuole dare, sempre che ne abbia uno.

Pietro Furfaro, voto : 5
Un gruppo di ragazzi ,come altri, riuniti attorno ad un tavolo di bar a scherzare e parlare tra una birra e l'altra. Accade l'imprevedibile, tra i ragazzi scoppia una lite. Cortometraggio molto intricato, a causa della lingua e delle poche foto si capisce molto poco.

Paola Romeo, voto 5
Scena statica. Troppo. Regia e luci noir, anzi finto noir. Risvolto imprevedibile e poco credibile. Finale ironico.



 

 

19. Giuditta Levato di Mimmo Raffa, Italia, 27'

Mille storie, una donna, storia di una consigliera di parità. Testimonianze di una donna antimafia.

totale : 47,5 (6)

Marco Papandrea, voto: 10
Cortometraggio molto bello e significativo che racconta di Giuditta Levato, una donna che ha dato la sua vita per la libertà. Ottimo il montaggio, mediocri le riprese. Video molto significativo.

Luca Antico, voto : 7
Il corto narra la storia di un gruppo di donne che protesta contro l'emanazione di un decreto che stabilisce l' eliminazione del latifondo e perciò il diritto di tutti i cittadini di poter coltivare la terra. Durante la rivolta Giuditta Levato é colpita a morte da un colpo di fucile sparato da un servo del latifondista, in punto di morte la povera donna morente tra l'altro incinta al settimo mese dice, "io sono morta per loro, sono morta per tutti, ho dato tutto per la nostra idea ".

Pietro Furfaro, voto : 7
Cortometraggio benfatto,immagini e audio appropriati al contesto. E' molto importante, a mio parere, ricordare le persone che sacrificarono la propria vita per il bene comune, in questo caso per combattere chi vuole togliere il diritto di poter coltivare la terra.

Lucia Iannò, voto: 8
Montaggio molto significativo, musiche pertinenti. Questo corto o meglio questo documentario racconta di Giuditta Levato, la sua storia, dove nacque dove morì, la famiglia... Ma soprattutto la sua campagna,nel battersi contro il latifondismo, proprio del Mezzogiorno all'epoca. Ella si batteva molto sulla libertà,morì e non risolse nulla!

Francesco Macrì, voto: 7,5
La storia di una lotta per la terra, quella di Giuditta Levato , raccontata con enfasi e pathos da Mimo Raffa, ricorda l'impegno e il sacrificio estremo di una contadina che ha combattuto fino alla morte per rivendicare un suo diritto, quello di lavorare la terra che lo Stato aveva concesso. La lotta che Giuditta portava avanti guardava ai diritti dei contadini e al futuro dei suoi figli. Questo lei chiedeva, sfamare la sua famiglia. Una docufiction semplice, dove viene fatto un buon utilizzo di immagini di repertorio e la voce di fondo descrive con attenzione la storia di una paladina dei contadini del Sud.

Paola Romeo, voto 8
Un corto, un documento, un film che mira a farci sentire in colpa. E ci riesce. Pienamente e a giusto. Per ricordare. Per non farci dimenticare. Una storia del sud. Quello vero, a partire dall’accento. Già del colore della pelle dei personaggi bruciata dal sole del lavoro nei campi. I vestiti neri delle vedove. Gli scialli frutto del lavoro e a maglia paziente e veloce da delle mani già consumate.
 

 

20. Kosovo, di chi ? di, Tonia Cartolano, Sky Tg 24, Italia, 8'30"

Un reportage giornalistico sul Kosovo, che dopo la disastrosa guerra dei Balcani cerca una strada per la sua indipendenza.

totale : 44,5 (6)


Marco Papandrea, voto : 9.5
Reportage molto bello. Questo corto racconta della storia del Kosovo, ancora non del tutto costruita dove si respira un aria molto difficile. Ottime le riprese e ottimo il montaggio.

Luca Antico, voto : 6.5
E' un documento che parla del conflitto del Kosovo avvenuto tra il 1996 e il 1999. Conflitto armato riguardante la provincia autonoma serba del Kosovo che allora faceva parte della repubblica jugoslava, guerra degli orrori che vanta molti morti tra soldati e civili, poi conclusasi con il ritiro delle truppe jugoslave dal Kosovo.

Pietro Furfaro, voto : 7
Ottimo reportage, il montaggio di audio e immagini rendono il cortometraggio "Kosovo, di chi ?" molto suggestivo. Nel video vengono ricordati i conflitti avvenuti durante la sanguinosa guerra del Kosovo e i danni che sussistono ancora oggi in questi territori.

Lucia Iannò, voto: 8,5
Reportage eccezionale! "Kosovo,tra corruzione,traffici di armi e droga" Appunto,questo corto parla del Kosovo,all'epoca del conflitto armato. Dove i traffici illeciti erano all'ordine del giorno!

Francesco Macrì, voto: 7
Un' inchiesta difficile, quella di Tonia Cartolano, sulla condizione del Kosovo dopo la prima elezione avvenuta dalla sua indipendenza del 2008. Lo speciale documenta alcuni aspetti del paesaggio kosovaro, dove ancora molto è da costruire. Attraverso le testimonianze raccolte tra militari, diplomatici, religiosi, civili, viene fuori l'immagine di uno stato in cui non sembrano essere superati corruzione, brogli elettorali, traffico di organi e dove ci sono problemi a realizzare pienamente la libertà d culto. Il montaggio non sembra rendere compatto e uniforme questo speciale che tuttavia ha gran quantità di contenuti e di informazioni.

Paola Romeo, voto : 6
Ok, un reportage. Una notizia di telegiornale. Ma può dirsi un corto? Ampliando l’accezione del termine sicuramente. Interessanti senza dubbio le immagini. La storia è più attuale che mai. E’ la storia di molti paesi alla fine di una guerra. Importanti le testimonianze. In una parola: Didascalico.



 


21. La via dell'Armonia di Fabrizio Di Giammarino, Italia, 2010
 

Uno speaker ci accompagna serenamente nel suo ragionamento che passo dopo passo vede l’umanità finire nel cestino del software divino. Un allegra dimostrazione, con tono da mockumentary, di quanto l’uomo si sia impegnato per crearsi e creare problemi. Un film, tra animazione e grafica, che sembra arrivare da un osservatore

totale : 42,0 (6)

Lucia Iannò, voto : 9
Film strepitoso! Riprese, immagini, musiche, montaggio eccezionali! Anche i flashback sono bellissimi! Film strepitoso,soprattutto gli effetti grafici riescono a fare capire bene il contenuto del film. Anche se sarebbe durato di più sarebbe bastato a capire realmente lo scopo del corto.

Francesco Macrì, voto: 7,5
I gesti di un atleta che pratica arti marziali basterebbero da soli a rappresentare una forma della ricerca della via dell'armonia. Movimenti ora lenti ora rapidi, scanditi da una profonda concentrazione. Ecco l'immagine del personaggio del nostro video, ben montato e soprattutto ben costruito nel rapporto suoni-immagine, dove la colonna sonora è un tutt' uno coi i movimenti del personaggio.

Paola Romeo, voto : 6
Azzeccata la musica. Rilassante. Le immagini mi hanno lasciata un po sconcertata. Non necessariamente male. Un po psichedeliche, un po zen. Mi sono persa per strada il significato ultimo del corto. O forse ho poca immaginazione?

Marco Papandrea, voto: 7
Bel cortometraggio. Ottimi gli effetti ottici e la musica di sottofondo che si sposa con le immagini. Tuttavia rimane un cortometraggio che non mi colpisce molto.

Luca Antico, voto : 6
Scenografia semplice si vede un uomo che si allena su uno sfondo nero; a volte l'immagine é alterata in modo da farlo sembrare un fumetto. come sottofondo c'é un uomo che parla e una musica, la parlata e stile documentario che fa una spiegazione delle cose anche se non serve, lo stile del finto documentario serve per far capire che l' uomo si fa domande anche per cose a cui non si può dare una spiegazione.

Pietro Furfaro, voto : 6,5
Riprese e montaggio eccellenti, il sottofondo musicale riesce a trattenere, quasi in estasi, l'osservatore. Purtroppo per le poche immagini non si riesce a carpire immediatamente il senso del corto.

 

 

22. J.J. cerca casa di Ben Oduwole, Nigeria, 18'
 

E' una puntata pilota di una sitcom in italiano, girato a Roma e racconta la storia di un ragazzo nigeriano che affitta non senza difficoltà un appartamento a Roma, e che a causa del canone troppo alto è costretto a dividerlo con un gruppo di suoi amici.

totale : 41,5 (6)

Lucia Iannò, voto: 7,5
Un ragazzo nigeriano decide di acquistare casa a Roma,ma arrivato all'appuntamento con il portiere, decide di non dare più l'appartamento al ragazzo con la scusa che quell'appartamento doveva andare a suo fratello. Ma voleva soltanto alzare il prezzo per questo motivo J.J deve dividerlo con altri amici! Molto particolare e informativo! Sceneggiatura e fotografia belle.

Francesco Macrì, voto: 7
Cercare casa non è certo facile in una grande città. Per JJ le cose si complicano nel momento in cui il proprietario di un appartamento che è andato a visitare è un po' restio ad affittarglielo quando vede che si tratta di un ragazzo africano. Ma lui non si perde d'animo, e alla fine riesce a farsi affittare la casa. La bellezza del personaggio sta nel saper affrontare i problemi senza drammatizzare, anzi sempre col sorriso sulle labbra, magari inventandosi qualche strana storia, riesce a superare gli ostacoli. Questa puntata pilota della fiction ha una buon ritmo, semplici i dialoghi e il montaggio, ben inserite le figure degli attori che gravitano attorno al protagonista.

Paola Romeo, voto : 5
Ridere? Più che ironico mi è sembrato vero. Ordinaria amministrazione tra gli affittuari e gli inquilini. Capisco che avrebbe potuto avere delle puntate come seguito. Ci starebbero se ben orchestrate.

Marco Papandrea, voto : 8
Questo cortometraggio racconta di un ragazzo nigeriano che cerca casa e a causa del suo colore di pelle e della sua nazionalità questo per lui diventa difficile. Buone le riprese, discreta la recitazione. Tutta via il corto purtroppo racconta pezzi di realtà.

Luca Antico, voto : 6
Corto stile sitcom ma di denuncia, infatti parla delle varie problematiche che incontrano gli extracomunitari nel trovare un appartamento in affitto. la cosa che caratterizza il filmato é la simpatia ed il sorriso del protagonista.

Pietro Furfaro, voto : 8
La puntata pilota di questa sitcom evidenzia i grossi problemi di discriminazione razziale presenti in Italia. Montaggio di audio e video perfetti.